Antichi e popolari sistemi di misura

Unità di misura, relative ad altezze, lunghezze e spesssore:

Dito; circa 2,1 cm

Du dita, o du ditera; (termine più antico), circa 4,2 cm

Tre dita, o tre ditera; circa 6,3 cm

Quattro dita, o quattro ditera; circa 8,4 cm

Forco; circa 18 cm

Sdaia; (palmo), circa 22cm

Passo; circa 1 metro Il passo indica solo lunghezza e distanza.

Passo sverdo; indica il modo di procedere con una certa velocità.


Misure di capacità, e recipienti per liquidi
:

Bucaletta; (da ½ a ¾ di litro)

Bucale; (da 1 a 2 litri)
Fiasco; (litro e ¾)

Cupelletta; (circa 1 litro e mezzo)

Cupella; (da 2 a 5 litri)

Barile; unità base di riferimento per grandi capacità, (50 litri circa)

Caratelletto; (da 2 a 13 barili)

Caratiello; (da 14 a 19 barili)

Votte o Otte; (da 20 a 22 barili)

Dalla misure di capacità di questi recipienti, differiva jo Caratiello, utilizzato, per misurare e dosare l’acqua utilizzata per i trattamenti anticrittogamici ai vigneti, il quale non esisteva come recipiente, ma era solo la misura di capa­cità standard di 200 litri; in seguito diventerà, fusto.


Misure di capacità e contenitori, per prodotti più consistenti:

Crio; minima quantità corrispondente ad un “pizzico”

Manicciata; quantitativo contenuto in una mano, conformata a a mo di con­tenitore

Più manicciate; sempre di una stessa mano, conformata come sopra

Ummellata; Quantità contenuta unendo le mani a mo’ di contenitore

Più ummellate

Canestro, cesto di vimini, utilizzato per raccogliere e per conteggiare le olive raccolte, per altri utilizzi aveva il canestriello come sotto multiplo, e il canestrone come multiplo, utilizzato più che altro per contenere i “tuti de pulenta” durante la raccolta.

Altri recipienti molto versatili, utilizzati per il trasporto, dell’uva, delle olive e di altri prodotti, e per conteggiarne i quantitativi

Bionzo; (realizzati in legno) il tipo base di forma tronco conica veniva traspor­tato dagli asini, ed aveva una capacità di circa 70- 80 litri.

Bionzo alla castellana; veniva portato dai cavalli o dai muli, ed aveva una capacità di circa 110- 120 litri, sempre in legno, più alto del normale bionzo, con forma più rastremata alla base e con il lato che veniva appoggiato ajo mmasto di forma appiattita.

Altri contenitori utilizzati

La saccoccia; dal formato largo e basso, tessuta in fibra grossolana, e serviva per trasportare cereali e legumi.

Sacco; dalla forma più stretta e più alto della saccoccia, era tessuto in cotone, e serviva per trasportare e conservare la farina.


Misure personalizzate in relazione alla forza ed alla età

La fascina; normalmente di fieno

Jo fascetto; composto di ramaglie, con doppia legatura, utilizzato per fare il forno, (le addette ai forni sapevano quanti fascetti erano necessari per farlo arrivare a temperatura per cuocere il pane)

La matta; che poteva essere di erba o di legna

La matticella; normalmente “de soreminti” o altra legna minuta, utilizzata per il cuocere il cibo

La racciata; che poteva essere di legna di erba o di fieno.


Misure di superficie
:

Coppa; attualmente di mille metri quadrati, anticamente, forse di mille e duecento metri quadrati, ed era l’unica misura con cui i contadini misurava­no la terra.

Pezza; antica unità di misura del catasto pontificio, equivalente a circa 2600 metri quadrati, ma mai utilizzata dai contadini per quantificare la superficie del terreno. Gli stessi per pezza indicavano una superficie ipotetica di una coltura estesa oltre il necessario per il sostentamento della famiglia. Spesso si sentiva dire: “so messo na pezza de facioli” o di altro per dire che ne aveva seminati molti.

Fossa; relativa alla coltivazione delle “cocozze” e indicano il numero di zuc­che seminate, “so messo dieci fosse de cocozze”. Le patate invece quando sono piantate si misurano a “solica”, quando vengono cavate un po’ per vol­ta si indicano in “fosse”, “so cavato tre fosse de petate”.

Altra misura non ben definita è “jo peticino”, che indica una piccola quantità di qualcosa all’interno di un sacco o di una “saccoccia”.