Piante del territorio e loro uso
BRICCOCHELA: biricoccolo.
Credo che originariamente con questo nome venisse indicata questa pianta, e non l’albicocca. Pianta per alcuni estinta per altri facilmente riproducibile tramite incrocio tra un tipo di prugna e l’albicocca. Sembra che molti anni fa fosse molto presente nel territorio; poi sostituita dall’albicocca che conosciamo noi.
CAPPIELLO DE PRETE: evonimo o berretta del prete.
Per la particolare forma dei suoi frutti, la pianta è velenosa. Veniva usato il legno, dai cazzolari, per sigillare i fori delle cuciture dei stualitti, data la sua rapida dilatazione a contatto con l’umidità.
CERASA MARINA: lauro ceraso.
CRUGNALE: corniolo.
Ottime le bacche quando sono completamente mature. Al legno di tale arbusto, si abbina il detto genazzanese: ” jo bastone de crugnale rompe l’ossa e non fa male” quindi poco educativo, chissà!
CURIUOLO: correggiola.
FIORE GIALLO: tarassaco.
Pianta simile alla cicoria, ma molto più amara, è commestibile e ha proprietà depurative per il fegato oltre che diuretiche.
FRAGOLA MARINA: corbezzolo.
GENZELA: giuggiola.
LIEVELO: ebbio.
Venivano usate le bacche per intensificare il colore nei vini rossi previa cottura, altrimenti le bacche sono tossiche
LENGUA DE CANE: rumex crespa.
Appartiene alla stessa famiglia della zazzola e sembra che abbia le stesse caratteristiche,di sapore e fitoterapiche. La LENGUA DE CANE da noi non viene consumata.
MELA CONCOLINA: mela limoncella.
Antica varietà, alcuni la fanno risalire al medio evo, molto serbevole.
MELA ROSA: mela rosa romana.
La varietà più presente nel nostro territorio, per le sue proprietà gustative e di conservazione. Insieme alla concolina si conserva fino alla primavera successiva il raccolto.
MELA RUZZA: mela ruggine.
Anche questa è una mela dalle ottime proprietà gustative.
NIESPELI: nespolo comune.
I frutti raccolti venivano messi a maturare nella paglia e consumati nei mesi invernali.
PISCITIELLO: equiseto o Coda cavallina.
Nasce nei luoghi umidi, ai bordi dei corsi d’acqua, ha diverse proprietà terapeutiche, specialmente diuretiche, che i nostri vecchi conoscevano perfettamente, da qui sicuramente il nome. Pianta commestibile, venivano usati i germogli fritti.
RAMORACCIO: ramolaccio.
RAPUNZELO: raperonzolo.
RUCHETTA: rucola.
Pianta molto nota, con molteplici proprietà benefiche.
RUGNODEPUORCIO: piattello.
RUPELO: luppolo.
Viene utilizzato, dall’industria, il polline dei fiori per aromatizzare la birra e in culinaria le cime che sono commestibili.
SORVA: sorbe (nzorve).
SPIN’ACACIO: acacia.
SPRUNGACCI: prugnoli.
Hanno i frutti scuri ricchi di tannino, ci si ricava un ottimo liquore.
TABBI (TORSE) : vitalba.
Arbusto rampicante delle siepi, vengono consumate i germogli previa lessatura perché altrimenti tossici. Nei periodi mancanza di tabacco venivano fumati i zeppi secchi. Dette anche liane, dai ragazzi.
TOFENI: tamaro.
Anche stracciabraghe(non so perché), fino a qualche tempo fa venivano usate le bacche, nella medicina popolare, da strofinare sulle parti soggette a dolori reumatici, quasi sicuramente creavano infiammazioni cutanee peggiori da far dimenticare i dolori reumatici. Bacche tossiche.
UVA SPINA: ribes o uva spina.
Normalmente veniva coltivata qualche pianta per i ragazzi.
VISCELI: visciole.
Specie di ciliegio selvatico con frutti dal sapore acre, ottimi per le marmellate, e per uno sciroppo leggermente alcolico che se ne ricavava; chiamato viscelata o visciolata.
ZAZZOLA: rumex acetosella.
Dal caratteristico sapore di limone.
Particolare delle foglie. (curiosità culinaria; sembra che avvolgendo il pesce con foglie di zazzola, prima di cucinarlo, queste gli conferiscono un gradevole sapore.)